La storiografia ufficiale fa risalire la nascita di Collegno a duemila anni fa quando, in epoca romana, costituiva una tappa (mansio) per i viaggiatori diretti verso la Gallia, che avevano bisogno di strade sicure e luoghi di riposo durante il cammino. La fermata di Collegno era denominata Ad Quintum perché posta a cinque miglia da Augusta Taurinorum (Torino).
Il primo nucleo di Collegno sorge nei pressi della Chiesa di San Massimo; dal 1000 in avanti, sotto il dominio di Casa Savoia, con la costruzione del Castello di Collegno, voluta da Umberto III nel 1171, si sviluppa l’attuale centro storico, delimitato da una cinta muraria, dove negli anni viene a svilupparsi gran parte della vita sociale ed economica.
Nel 1641, una comunità di Padri Certosini, ordine religioso fondato da San Brunone nel 1084, si trasferisce, da un piccolo monastero di Avigliana, a Collegno, invitati da Maria Cristina di Francia, reggente di Casa Savoia, a custodire il Convento. Inizia così, nel 1648, la costruzione della Certosa.
Collegno rimane sotto la dominazione francese dal 1798 al 1815 (epoca napoleonica), che porta in Italia i principi universali della Rivoluzione del 1789. Davanti al Castello di Collegno viene eretto l’albero della Libertà: è in quella occasione che, per la prima volta, Le Maire (il sindaco) parla di uguaglianza, libertà e fratellanza.
Con il Congresso di Vienna (1815), Vittorio Emanuele I torna in possesso delle terre dei Savoia e i Certosini rientrano nella Certosa fino al 1852, quando il complesso monastico della Certosa Reale diventa struttura manicomiale; nel 1926 vi è ricoverato “Lo smemorato di Collegno”– “L’uomo che smarrì se stesso”. La vicenda dello “Smemorato”, conosciuto anche come il “caso Bruneri-Canella”, ebbe rilievo internazionale e fu fonte d’ispirazione letteraria per scrittori,registi e drammaturghi del Novecento, tra i quali Pirandello e Sciascia.
Nel1977, anticipando la legge Basaglia del 1978 che decretava la chiusura delle strutture psichiatriche, viene abbattuto il muro di cinta del manicomio.
Inseguito alla dismissione dell’Ospedale Psichiatrico, la parte del complesso architettonico in stato di abbandono è stata acquistata dalla Città, riqualificata e riconsegnata ai cittadini: la Lavanderia a Vapore è oggi luogo di eccellenza regionale delle arti coreutiche, e i vecchi Padiglioni e le Ville sono sede di Uffici comunali, di un Liceo Scientifico, di corsi di laurea dell’Università di Torino.
Sull’asse di C.so Francia si trova ancora oggi il Villaggio Leumann, insediamento industriale tessile, e residenziale, realizzato agli inizi del Novecento dall’imprenditore svizzero Napoleone Leumann, che affida la sua progettazione all’architetto Pietro Fenoglio. Ma la dimensione sociale di Collegno si realizza ben prima, quando nel 1873 presso il Circolo sociale, attivo ancora oggi viene fondata la prima Società di Mutuo Soccorso, per garantire ai soci assistenza medica e materiale in caso di infortuni sul lavoro e sempre presso il Circolo sociale nel 1889, nasce la Banda Musicale di Collegno composta da alcuni membri dell’Antica Società Operaia Agricola. È anche grazie alle risorse idriche (fiume Dora e Bealere) che Collegno, da vocazione agricola, diventa un centro industriale che conta 4491 abitanti. A quei tempi l’acqua è elemento fondamentale per il funzionamento dei macchinari, e grazie a essa gli insediamenti industriali sul territorio collegnese si moltiplicano: ne sono testimonianza il Cotonificio Valsusa e quello di Leumann, con la produzione del tessile; l’azienda Chazalettes con la produzione di liquori, aromi e bevande; l’azienda Bertolini con la produzione di spezie e preparati per la cucina; l’azienda Maggiora, con la produzione dei dolciumi, e poi la Mandelli, con lo sviluppo dell’industria meccanica e metalmeccanica, e le relative aziende dell’indotto.
Cresce la popolazione: uomini e donne provenienti da svariate regioni d’Italia,con diversi costumi di vita e tradizioni, si concentrano anche a Collegno, dove sorgono interi quartieri, nati per ospitare l’accresciuta popolazione del capoluogo piemontese, frutto dello sviluppo industriale e della conseguente emigrazione dal Meridione.
Il 4 novembre 2002, durante gli scavi per la realizzazione della metropolitana nell’area dell’attuale Campo Volo, furono ritrovati reperti archeologici di epoca Longobarda. Siamo di fronte a una delle più importanti scoperte in Piemonte, e testimonia che i Longobardi si erano stanziati lungo il corso della Dora Riparia fra il VI e VII sec. d.C.
I corredi funerari, estratti dalle oltre settanta tombe, sono stati restaurati e oggi sono esposti presso il Museo di Antichità di Torino.